Il Territorio - Via del Lago
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Il Territorio

Il Regno del Sole

“Voglio dire che anche qui [in Puglia] ha regno il sole autentico, il sole belva. Si sente dal polverone, fatti appena due passi fuori. Penso con nostalgia che dev’essere uno spettacolo inaudito qui vederlo d’estate, quand’è la sua ora, e va, nel colmo della forza, tramutando il sasso nel guizzare di lacerti. Non c’è un rigagnolo, non c’è un albero. La pianura s’apre come un mare… Vorrei qui vederlo nel suo sfogo immenso, ondeggiare coll’alito tormentoso del favonio sopra il grano impazzito. È il mio sole, creatore di solitudine; e, in essa, i belati che di questi mesi vagano, ne rendono troppo serale l’infinito; incrinato appena dalla strada che porta al mare”

Giuseppe Ungaretti “Il deserto dopo” (1934)

Terra Ospitale

Siamo un’estensione africana, una costola fuoriuscita dal bacino del continente africano.
Quando l’Adriatico sventrò i Balcani per aprirsi una via allontanando uno straccio montuoso di terra che si scontrò con quell’altra “zolla” che rinnegò l’Africa.
Siamo terra di incontri e di scontri: siamo extracomunitari per natura, ma spesso ce ne dimentichiamo.

La soleggiata Terra di Puglia con le sue distese verdi, i suoi grandi alberi d'ulivi e di carrubi, le sue città tutte bianche e dall'aria quasi orientale e le sue aspre vallate, esercita un fascino straordinario”.
Tracce del Passato

Siamo terra primitiva: migliaia impronte di dinosauri che costituiscono il più grande parco europeo sono ad Altamura. Siamo uomini d’altri tempi: incastrato fra stalattiti e stalagmiti, c’è quel che rimane di un uomo di Neanderthal di 50-65 mila anni fa. E’ ancora lì, nascosto in un grotta, nella solitudine tra ossa e pietre calcaree è nascosta la storia dell’umanità. Quel luogo si chiama Altamura, la città dalle alte mura. A pochi chilometri di distanza, a Ostuni le ossa raccontano un’altra storia, tragedia antica che non potè finire sui geroglifici: lo scheletro di una donna, chiamata dai posteri Delia, vero emblema della donna mediterranea (si sarebbe detto poi) alta 1 metro e 74 con due lunghissime gambe, denti e sorriso perfetti. Morì di parto: nel grembo, lo scheletro del bimbo che non riuscì a nascere.

Tracce del Passato

È un errore grandissimo pensare che la storia debba consistere necessariamente in qualcosa di scritto: può consistere benissimo in qualcosa di costruito, e chiese, case, ponti, anfiteatri possono raccontare le loro vicende con la chiarezza di un libro stampato, se si hanno occhi per vedere.

(Eileen Power, storica britannica)

Le Passioni dell’Imperatore

Scrittore e studioso egli stesso, amante della caccia con il falcone, su cui scrisse un trattato, con passione per l’architettura, Federico II fece erigere nella sua amatissima Puglia, grandi e
celebri castelli, dove amava trattenersi per cacciare e godere delle sue bellezze. Gli si attribuisce questa descrizione: “…se il signore avesse conosciuto questa piana di Puglia , luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”.

Le Masserie Fortificate

[…] torniamo indietro nel tempo fidandoci delle nostre gambe o di quelle di un amico cavallo o di un cigolante calesse e cerchiamo di viaggiare, così come si viaggiava un tempo, intervallando l’incedere con piccole soste su di un territorio fiorito nel risveglio primaverile o tra i molteplici colori autunnali e forse proveremo in noi un qualcosa di nuovo, un’armonia che allontana il disagio di una strada che non c’è. 

Una passeggiata per ammirare le complesse strutture del mondo agricolo-pastorale che dominano il cuore del Parco della Murgia Materana: le masserie fortificate, oggi sentinelle silenziose delle antiche vie della transumanza.

La Tradizione

Non tutto del nostro passato diventa tradizione, ma solo ciò che può servire oggi.

Marco Aime, antropologo italiano

La Chiacchiera il Riso

Il riso fa buon sangue, ed è il profumo della vita in un popolo civile.

Aldo Palazzechi

La Festa

Fresche campane dietro di me, nell’aria chiara suonano a festa.
Ma un vecchio buio nasconde il cielo e i campi tacciono scoloriti.

Solo su una corda in fondo all’orto, un vestito bianco sembra che arda…
Vestito di bambina, lucente e fradicio, come il mondo vecchio, fresco come il mondo.

(“Vigilia di festa” poesia di Pier Paolo Pasolini)

Viviamo Mediterraneo, mangiamo italiano

“I popoli si fanno a tavola e a letto. I pugliesi son frutto di tanti incontri a tavola, ove ognuno portò il meglio della sua mensa (la varietà gastronomica regionale ne è testimonianza) e di incontri più ravvicinati, favoriti dai forti rossi vini autoctoni: non c’era ancora il viagra”.

Pino Aprile (scrittore, musicista, paroliere)

La Via Del Pane

Dissoda il terreno il contadino, con fatica, fede e speranza,
feconda la terra, semina il grano, fiducioso di raccoglierne in abbondanza.
Germoglia il grano, si verdeggiante, col sole, la pioggia e il vento,
aspettando giugno con la mietitura per il contadino è un evento.
L’inconfondibile colore delle messi giallo dorato,
e dopo la mietitura il contadino si sente appagato.
Anticamente il raccolto sull’aia sistemato,
e indi dai quadrupedi veniva trebbiato.
questi girando continuamente tutto veniva calpestato,
si toglieva la paglia, rimanendo il grano per essere ventilato.
Il sole di luglio, coi raggi cocenti rende afosa l’aria soffocante,
respirando un’aria polverosa e accecante.

alla sera pur stanchi, il fruttuoso raccolto benedetto,
trasportato e depositato al mulino è diretto.
Il mugnaio macina tutto e la farina viene separata,
con l’alimento principale la fame del mondo sarà risollevata.
La farina alacremente impastata e lievitata,
su ogni tavola vediamo il pane ogni giornata.
L’artigiano fornaio con la diuturna lavorazione,
di pane, focacce e biscotti rifornisce la popolazione.
Oh!…..mio buon Dio, Re del nostro Creato,
proteggi i campi di grano, dai noi tutti vieni implorato.
Questa è la speranza dei popoli affamati,
nelle Tue mani si sono affidati.
Questo giorno di festa non sia dimenticai,
del nostro pane quotidiano, DIo sia lodato.

 

(“La via del pane” poesia di Vito Michele Burdi)

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